Negli ultimi giorni d’agosto sono iniziate le operazioni di raccolta del pistacchio in Iran, principale competitor mondiale dello stato della California (Usa) con una quota di mercato superiore al 50%.
Il settore iraniano prevede, secondo le stime dell’associazione Ipa (Iran Pistachio Association), pubblicate dall’agenzia giornalistica Irna (Islamic Republic News Agency), una produzione totale di 235mila tonnellate, in crescita del 38% rispetto alle 170mila tonnellate dell’annata precedente.
Per quanto riguarda l’export, quest’anno il Paese mediorientale dovrebbe incrementare le spedizioni dell’11% a 150mila tonnellate. E se l’anno scorso il fatturato all’esportazione è aumentato del 3% a 1,2 miliardi di dollari, per la nuova campagna è attesa invece una crescita del 25% a 1,5 miliardi a fronte dell’incremento produttivo.Nei quattro mesi compresi tra il 21 marzo (data d’inizio del nuovo anno fiscale iraniano) e il 22 luglio 2017, l’esportazione di pistacchi ha generato un valore pari a 173,7 milioni di dollari con quasi 17mila tonnellate spedite. Cinquantasei i Paesi raggiunti, tra cui Stati Uniti d’America, Ucraina, Emirati Arabi Uniti, Italia, Bahrein, Brasile, Bulgaria, Turchia, Canada, Canada, Qatar, Svizzera, Francia, Polonia, Svezia, Malesia, Vietnam, Paesi Bassi, Tailandia, Giappone, Romania e Hong Kong.
In Iran vi sono 90 diverse tipologie di pistacchio. Le più famose sono quelle che seguono; il pistacchio Ohadi’ o Fandoghì, col nome commerciale “Round”, poi abbiamo il pistacchio Akbarì, col nome commerciale di “Super Long”, il pistacchio Kalle’ Ghuci’, dal nome commerciale “Jumbo”, ed il pistacchio Ahmad Aghaeì, conosciuto nel bazaar col nome “Long”.
Le zone di produzione più importanti di pistacchio in Iran sono le regioni di Kerman, Yazd, Khorassan meridionale e centrale, Fars, Semnan, Sistan e Beluchistan, Isfahan, Ghazvin e Teheran.
Sono davvero incredibili le caratteristiche nutritive di questo delizioso alimento; è formato per l’83% da lipidi, per il 12% da proteine e per il 5% da carboidrati. E’ ricco di Calcio, Ferro, Fosforo, Magnesio e Potassio e contiene le vitamine A, B1, B2, B3, C ed E. Rafforza la memoria e le capacità intellettive, e’ un rilassante del sistema nervosa, rafforza il sistema digestivo, riduce il colesterolo nocivo, regola il funzionamento del cuore, rafforza la vista e offre soprattutto all’apparato digestive alcuni composti utili per il suo corretto funzionamento.
Secondo gli studi dei ricercatori, il consumo del pistacchio riduce lo stress negli ammalati di diabete e soprattutto, dona una vitalità senza eguali alla pelle, per via della vitamina E che contiene; protegge contro i raggi ultravioletti e per coloro che tengono alla loro pelle, viene prescritto il consumo giornaliero del pistacchio.
I clienti del pistacchio iraniano sono decine di nazioni in tutto il mondo; i più importanti acquirenti sono Germania, Spagna, Italia, Svezia, Giappone, Russia, Emirati, Turchia, Kazakistan, Tunisia, Canada, Cile e Brasile.
In molti Paesi produttori di pistacchio, per via dell’altissima qualita’ del prodotto iraniano, di solito si acquista il pistacchio dell’Iran e lo si mescola a quello proprio per poter offrire nel mercato un prodotto che appaia buono; negli Stati Uniti, invece, e’ di due o tre volte il prezzo autentico l’ammontare dei dazi sul pistacchio iraniano, misura riuscita finora a far sopravvivere i produttori americani.
Per quanto riguarda il valore delle esportazioni di pistacchio iraniane, secondo la dichiarazione del mese di febbraio 2017 dell’agenzia Fars, negli ultimi 10 mesi esso ha raggiunto la quota di 821 milioni di dollari; un dato che rivela l’aumento del 38% rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti.
Nasce la Borsa del pistachio
L’Iran ha annunciato che l’11 Febbraio inaugurera’ la prima “Borsa del Pistacchio” del mondo nella capitale Teheran, con lo scopo di riaffermare il proprio dominio nel mercato internazionale del nutriente alimento.
Lo informa il quotidiano Hamshahri, giornale del comune di Teheran, che cita come fonte il presidente della commissione economia del Parlamento, Mohammad Reza Pour Ebrahimi Davarani che ha aggiunto: “Fino al 2011 l’Iran era il piu’ grande produttore ed esportatore di pistacchio al mondo; dal 2012 questo primato e’ passato agli Stati Uniti ed oggi esistono dati discordanti; in ogni caso, l’Iran vuole riprendersi questo primato”.Teheran sceglie infatti una data significativa per l’apertura della Borsa del Pistacchio; l’11 Febbraio, ovvero l’anniversario (il 38esimo) della vittoria della rivoluzione islamica; la battaglia tra Iran e Stati Uniti, evidentemente, non si combatte solo a livello politico e diplomatico ma in realta’ anche nella vendita della “bacca dei persiani”, cosi’ chiamata perche’ frutto prediletto della tribu’ di Ciro il grande, fondatore dell’impero Achemenide nel 551 a.C.
ORO VERDE, SIA NEL MERCATO CHE PER LA SALUTE
Negli ultimi 10 mesi, riferiscono le dogane iraniane, Teheran e’ riuscita ad esportare pistacchio per un valore di 840 milioni di dollari; un dato che equivale a un incremento del 38% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo Hamed Soltanifar, governatore della Borsa di Teheran, le parole d’ordine in questi mesi di lavoro precedenti all’apertura della borsa sono stati il rispetto degli standard qualitativi, il rafforzamento dei brand e del “Made in Iran” ed il sostegno ai produttori; la “Borsa del Pistacchio”, dice Soltanifar, “sara’ il centro indiscusso del mercato internazionale dell’oro verde”. Nel 2015, anche il comune siciliano di Bronte, ha firmato un gemellaggio con la citta’ di Damghan, polo iraniano di produzione del pistacchio; l’Iran ed il comune etneo hanno in programma collaborazioni a livello industriale per sfruttare al meglio le ottime relazioni Teheran-Roma nel mercato del pistacchio.
MEDICINA DEI PERSIANI. IN IRAN SONO 90 LE QUALITA’
L’alimento, presente gia’ nel libro della Genesi e nei trattati di medicina persiana di Avicenna, e’ ricco di Calcio, Ferro, Fosforo, Magnesio e Potassio e contiene le vitamine A, B1, B2, B3, C ed E. Rafforza la memoria e le capacita’ intellettive, e’ un rilassante del sistema nervoso, agevola la digestione, riduce il colesterolo nocivo, regola il funzionamento del cuore, rafforza la vista e secondo le ultime scoperte, riduce lo stress negli ammalati di diabete ed e’ un toccasana per la pelle in virtu’ della vitamina E che contiene. In Iran ne esistono 90 varianti tra le quali le piu’ famose sono le Ohadi’ o Fandoghi’ (nome commerciale “Round”), le Akbari’ (nome commerciale “Super Long”), le Kalle’ Ghuci’ (nome commerciale “Jumbo”) e l’Ahmad Aghaei’ (nome commerciale “Long”).
Quale futuro per il pistacchio iraniano?
Per sostenere la leadership nel business dell’oro verde, l’Iran dovrà quindi muoversi su due binari. Da una parte, Teheran dovrà coltivare i rapporti commerciali con tutti quei paesi che sono disposti a importare pistacchio dall’Iran nonostante le complessità generate dalle politiche sanzionatorie USA, mantenendo un particolare occhio di riguardo nei confronti delle possibili opportunità che si potrebbero sviluppare con la Cina. Dall’altra, l’Iran ha urgente bisogno di assicurare la sostenibilità ambientale della propria produzione di pistacchio tramite la creazione di un sistema di incentivi finanziari che incoraggino la conservazione delle risorse idriche e un decisivo aumento di investimenti per la diffusione capillare di tecniche di micro-irrigazione localizzata e di riciclo dell’acqua che permetterebbero di minimizzare severamente gli impatti delle coltivazioni di pistacchio sulle falde acquifere del paese.
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