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E-Commerce: l’importanza del packaging per conquistare il cliente

Scatole, astucci e sacchetti personalizzati possono trasformare l’utente di uno shop online in un cliente affezionato. Come?

Al giorno d’oggi, avere un e-commerce performante non è più sufficiente per catturare l’attenzione dell’utente e trasformarlo in un cliente affezionato. Sono decine infatti, i negozi online in cui fare shopping a cifre più o meno vantaggiose e la guerra al prezzo più basso è la leva principale che porta un utente a scegliere di spendere il proprio denaro in un e-commerce invece di un altro. Per fidelizzare il cliente serve qualcosa in più!

Avete mai pensato alle potenzialità del packaging per invogliare l’utente a tornare da voi e a comprare nuovamente sul vostro e-shop? Ecco, l’imballaggio, che nella maggior parte dei casi va a finire nell’immondizia, in verità ha un valore intrinseco non indifferente e potrebbe cambiare le sorti del vostro business online. Vediamo perché.

Le tre funzioni del packaging per un e-commerce

Molte aziende investono sulla comunicazione cifre importanti, tralasciando però aspetti come il post vendita. Per chi ha puntato sul commercio online, questa scelta può rivelarsi dannosa. Alcune aziende infatti, vedono il packaging come un investimento a perdere, un puro vezzo creativo, ma non sanno che invece potrebbe incrementare il loro fatturato.

L’imballaggio, infatti, non ha soltanto una funzionalità pratica, cioè protegge il prodotto durante il trasporto, e una funzione informativa, cioè spiega come usare e conservare il prodotto, come maneggiarlo e come riciclarlo, ma assolve anche a una funzione comunicativa duplice: da un lato il packaging è il vestito del prodotto, lo presenta prima ancora di vedere dal vivo l’acquisto, dall’altro esprime l’identità del brand e racconta i valori e la storia di un’azienda.

Nell’immaginario dell’utente, comprare online significa semplicemente entrare in possesso di un bene. In verità, l’utente sta acquistando anche un valore creativo, soprattutto quando l’e-commerce non vende prodotti di terzi bensì prodotti brandizzati.

L’obiettivo dell’utente che compra su internet, quindi, è ricevere comodamente a casa un prodotto integro e che risponda alle sue aspettative. L’utente però non sa che, a costruire tali aspettative, contribuisce anche il primo impatto visivo che avrà con l’acquisto: il suo involucro, appunto.

Immaginiamo di comprare online un profumo d’un certo valore e di vedercelo recapitare chiuso in un semplice sacchetto di carta. Il valore percepito del prodotto cala drasticamente e per quanto il valore economico sia elevato, l’utente lo valuterà in maniera negativa.

Quando il prodotto arriva nelle mani dell’utente, finalmente siamo passati dalla dimensione online a quella offline ed è nell’offline che l’utente decide se è valsa la pena o meno di investire denaro in quell’acquisto. Un pacchetto ben fatto, anche di fronte al peggiore dei prodotti, potrebbe fargli cambiare idea e modificare i suoi futuri comportamenti d’acquisto.

Differenze tra i comportamenti d’acquisto online e offline

L’e-commerce, per definizione, è un negozio online ma non dimentichiamo che si tratta pur sempre di un’attività commerciale che vive di relazioni e strategie molto simili a quelle di un negozio fisico.  Con internet, i nostri comportamenti d’acquisto sono cambiati e se una volta il neuromarketing parlava di acquisto informato, oggi invece si parla di acquisto emotivo.

 

Diciamoci la verità, è vero che un libro non si giudica dalla copertina ma quante volte sarà capitato anche a voi di comprare l’ultimo manuale di cucina soltanto per la fotografia del piatto che campeggiava in primo piano? Vi avrà fatto venire l’acquolina in bocca! Questo dimostra che siamo più propensi a comprare un prodotto pessimo solo perché la confezione ci ha convinto.

Durante lo shopping online accade il processo inverso, perché il packaging lo vediamo solo dopo l’arrivo del prodotto, quindi bisognerà investire sul post vendita in misura maggiore. Chi ha comprato dal nostro e-shop ha già speso il suo denaro, ora dovremo convincerlo a tornare senza fare upselling attraverso coupon o sconti.

Il metodo corretto è seguire il funnel di vendita, cioè il percorso che l’utente compie per arrivare a fare una certa azione online. Come insegna l’Inbound Marketing, dopo aver seguito gli step Attract (Attrai), Close (Chiudi) e Convert (Converti), l’ultimo gradino di questo percorso è Delight, deliziare.

Come deliziare l’utente: scatole e sacchetti personalizzati

Personalizzare il packaging è un buon metodo per offrire al cliente un plus: non un semplice imballaggio per il suo acquisto ma un pacchetto che parli proprio di lui o lei! Pensiamo alle confezioni regalo: molto negozi online prevedono l’invio dell’oggetto acquistato in una confezione regalo gratuita. Molto bene, questo invoglia l’utente all’acquisto. Se aggiungiamo a quel gratuita la  parola magica “personalizzata”, allora avremmo fatto centro!

Scatole e sacchetti sono i packaging più facilmente personalizzabili e anche i più graditi, perché possono essere riutilizzati e impiegati per moltissimi altri usi. Si prestano molto bene a confezionare prodotti cosmetici, ma anche indumenti o accessori. Pensiamo alla sorpresa di chi riceverà un dono e ne troverà ben due: il regalo e la sua confezione!

Una scatola personalizzata in cartone rigido ad esempio, può diventare un contenitore porta oggetti ma anche un elemento di design per arredare la casa. Le scatole di cartone rigido possono essere realizzate in diversi formati e dimensioni, oltre che in decine di colorazioni differenti, lucide, opache o plastificate. Sul coperchio è anche possibile apporre loghi o stampare grafiche e scritte scegliendo un font personalizzato.

 

Anche un sacchetto personalizzato può diventare una confezione regalo dallo stile brioso. Quelli nell’immagine qui sotto, ad esempio, sono in cartoncino e possono essere realizzati in vari colori, dimensioni personalizzabili e applicando loghi, scritte e payoff nel font preferito.

Non dimentichiamo infatti che i colori comunicano, agiscono sul nostro sistema cognitivo e determinano alcuni comportamenti. Come ci spiega la psicologia dei colori, la scelta di inscatolare un deodorante al profumo di pino silvestre in una scatola verde non è casuale ma servirà a innescare un processo chiamato sinestesia: il tatto e la vista generano una sensazione olfattiva e ci sembrerà di stare sentendo veramente un profumo di pino silvestre intorno a noi, anche se la confezione è ancora chiusa!

https://blog.fashioncolor.eu/e-commerce

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La Citta’ Urmia

Urmia o Urmiyá (Azerbayjani) durante quasi tutto il periodo della dinastia prima (1925–1979) era chiamata Rezaiyeh  è il capoluogo dell’Azerbaigian Occidentale, nell’Iran nord-occidentale.

Si trova a un’altitudine di 1.330 m s.l.m., a ovest del lago di Urmia. Urmia è la decima città più popolata dell’Iran che  Al censimento del 2012, la sua popolazione era di 667.499, con 197.749 famiglie, ed aveva, nel 2016, 736.224 abitanti.

Urmia è una delle antiche città storiche dell’Iran con origini assire. Urmia è una parola assira che significa “Villaggio dell’Acqua” oppure “Culla d’Acqua”. Gli scavi delle antiche rovine nei pressi di Urmia portarono alla scoperta di utensili che risalgono al XX secolo a.C. Secondo Vladimir Minorskij, esistevano villaggi nella pianura di Urmia già 2000 anni prima dell’era cristiana, e la loro civiltà era nella zona d’influenza della nazione di Van.

In tempi antichi, la riva occidentale del lago d’Urmia veniva chiamata Gilzan, e nel nono secolo a.C. un governo indipendente vi si insediò, per congiungersi successivamente con l’impero Urartu o Mana; nell’VIII secolo a.C., l’area era vassalla del governo Asuzh finché non si unì all’impero dei Medi dopo la sua formazione.

Inoltre, secondo documenti storici, la parte occidentale del Lago di Urmia è stata un centro focale per le nazioni preistoriche del continente, fatto evidenziato dalle numerose città in rovina sui colli, come Gouy Tapeh, 6 kilometri a sudest del lago, con un’antichità che compete con i più antichi monti della Mesopotamia, dell’Anatolia, e dell’altopiano iranico.

Alcuni storici sostengono che Urmia sia il luogo di nascita di Zoroastro, il fondatore del Zoroastrismo. La Columbia Encyclopedia menziona che Urmia era un villaggio importante nella regione durante il IX secolo.

L’affermazione che l’area sia il luogo di nascita di Zoroastro è un fatto molto contestato, perché la maggior parte degli esperti concordano sulla nascita di Zoroastro nella parte orientale del mondo iranico), oppure che ospiti le tombe di uno o due dei sacerdoti zoroastriani (i “Re Magi”) che si presume si siano recati in pellegrinaggio a Betlemme per recare omaggio a Gesù Cristo indica comunque che la città era uno dei maggiori centri religiosi e culturali nei tempi antichi.

Gli Ottomani realizzarono diverse incursioni nella città, ma i Safavidi presto riguadagnarono il controllo sull’area. Il primo monarca della dinastia Qajar iraniana, Agha Muhammad Khan, è stato incoronato in Urmia nel 1795.

La città è il centro commerciale di una fertile regione agricola dove si coltivano frutta (soprattutto mele e uva ) e tabacco . Anche se la maggior parte degli abitanti di Urmia sono musulmani, la storia cristiana di Urmia è ben conservata ed è particolarmente evidente nelle numerose chiese e cattedrali della città. Urmia.

Trasporti

La maggior parte degli abitanti di Urmia viaggia in auto attraverso il sistema di strade e autostrade . Urmia è anche servita da taxi e autobus pubblici . Esistono anche alcuni gruppi privati ​​che forniscono servizi chiamati “Phone-taxi”. Sono previste due linee di tram per Urmia. Urmia è collegata all’Europa attraverso le strade turche e il valico di frontiera di Sero. L’aeroporto di Urmia , inaugurato nel 1964, è stato il primo aeroporto internazionale nella contea dell’Azerbaigian occidentale , in Iran . A partire da aprile 2015 solo ha regolarmente programmato i voli domestici a Teheran s’ Mehrabad International Airport , anche se ci sono piani per stabilire un volo diretto tra Urmia e Erbil , a causa del gran numero di passeggeri che viaggiano tra le due città. La città è recentemente collegata alle ferrovie nazionali iraniane.

Clima

Il clima di Urmia è un clima mediterraneo caldo-estivo che confina con un clima continentale con inverni freddi, primavere miti, estati calde e secche e autunni caldi. Le precipitazioni sono fortemente concentrate nel tardo autunno, in inverno (principalmente sotto forma di neve) e soprattutto in primavera, mentre le precipitazioni sono scarse in estate. Le temperature in Urmia sono molto più fredde della maggior parte del resto dell’Iran a causa dell’elevazione. Sebbene secco per essere un clima continentale tradizionale , ha inverni abbastanza freddi da qualificarsi come continentale generale.

Cultura

Gli azeri tengono feste e cerimonie come Nowruz e Eid al-Adha come altri gruppi etnici iraniani con piccole differenze. La musica Ashik è una delle caratteristiche delle persone di lingua turca del mondo. Ha diverse versioni in Iran. Nel frattempo, come molti esperti di quest’arte testimoniano l’Urmia Ashik, è la versione più originale e più antica del mondo, che ha conservato la sua origine fino ai giorni nostri. La musica Ashik ha i suoi stili unici. Come pezzo della cultura dell’Azerbaigian, la musica di Urmia Ashik è stata registrata nel patrimonio nazionale dell’Iran. Urmia – https://it.qaz.wiki/wiki/Urmia

it.qaz.wiki/wiki/Urmia

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Mohammad Reza Shajarian La magnifica voce dell’Iran

Lui era un vocalist iraniano e maestro ( Ostad ) della musica tradizionale persiana . È ampiamente considerato come uno dei più grandi artisti iraniani di tutti i tempi. Shajarian era anche noto per le sue abilità nella calligrafia persiana e nelle attività umanitarie. Shajarian ha iniziato la sua carriera di cantante nel 1959 a Radio Khorasan , salendo alla ribalta negli anni ’60 con il suo stile di canto distinto. I suoi insegnanti principali erano Ahmad Ebadi , Esmaeil Mehrtash, Abdollah Davami e Nour-Ali Boroumand. Ha anche imparato gli stili vocali dei cantanti delle generazioni precedenti, tra cui Reza Gholi Mirza Zelli, Fariborz Manouchehri, Ghamar Molouk Vaziri , Eghbal Azar e Taj Isfahani. Ha citato il leggendario solista di catrame persiano Jalil Shahnaz come molto influente per il suo sviluppo, indicando che ha spesso cercato di imitare lo stile di gioco di Shahnaz nel suo canto. Shajarian aveva collaborato con musicisti come Parviz Meshkatian , Mohammad Reza Lotfi , Hossein Alizadeh , Faramarz Payvar , Dariush Pirniakan e Sohrab Pournazeri . È stato riconosciuto come un abile cantante nello stimolante stile tradizionale Dastgah . Nel 1999 l’ UNESCO in Francia gli ha conferito il Premio Picasso e nel 2006 la Medaglia Mozart dell’UNESCO . Nel 2017, il Los Angeles Times lo ha citato come “il più grande maestro vivente di musica classica persiana “. I suoi lavori coprono anche alcune canzoni di musica etnica iraniana tra cui musica Mazandarani , musica azera , musica curda e musica Lur.

Primi anni di vita

Mohammad-Reza Shajarian è nato il 23 settembre 1940 a Mashhad , in Iran. Suo padre, Mehdi, era un qari del Corano , così come suo nonno Ali Akbar. Sua madre era Afsar Shahverdiani, morto nel 2007. Era il maggiore di cinque fratelli e studiò canto all’età di cinque anni sotto la supervisione di suo padre recitando il Corano .

All’età di 12 anni, iniziò a studiare il repertorio classico persiano noto come Radif senza il consenso di suo padre poiché studiare ed eseguire musica era contro le credenze religiose di suo padre. Questo potrebbe essere stato il motivo per cui ha scelto il nome d’arte “Siavash Bidakani” all’inizio della sua carriera di cantante, che non durò a lungo, e presto usò di nuovo il suo vero nome. Shajarian ha iniziato la sua carriera di cantante nel 1959 a Radio Khorasan , salendo alla ribalta negli anni ’60 con il suo stile di canto distinto. Da allora la sua carriera ha incluso l’insegnamento presso il Dipartimento di Belle Arti dell’Università di Teheran , lavorando alla Radio e alla televisione nazionale, facendo ricerche sulla musica persiana / iraniana e facendo numerose registrazioni. Bande musicali Shajarian non è sempre stato in gruppi musicali, ma ha cantato per i Maestri di musica persiana con suo figlio Homayoun Shajarian , così come altri due ostad , Kayhan Kalhor e Hossein Alizadeh . Si è anche esibito con sua figlia Mozhgan Shajarian.

Nel 2008 ha girato il mondo con l’Ava Ensemble, composto da suo figlio Homayoun ( tombak e voce), Hossein Behroozinia ( barbat ), Majid Derakhshani ( tar ), Hossain Rezaeenia ( daf ) e Saeed Farajpouri ( kamanche ). Nel 2012 è stato in tour con lo Shahnaz Ensemble con sua figlia Mojgan e altri membri della band. L’ensemble prende il nome dal maestro musicista di catrame Jalil Shahnaz , con una percentuale dei proventi destinata al sostegno dei suoi bisogni sanitari. Maestri e studenti Shajarian ha studiato con Esmaeil Mehrtash, Ahmad Ebadi e Nour-Ali Boroumand. Ha imparato gli stili vocali delle generazioni precedenti di cantanti come Hossein Taherzadeh, Reza Gholi Mirza Zelli, Qamar-ol-Moluk Vaziri , Eghbal Azar e Taj Isfahani. Ha iniziato a suonare il santour sotto la guida di Jalal Akhbari per comprendere meglio ed eseguire il repertorio tradizionale. Nel 1971 fu presentato a Faramarz Payvar e prese lezioni di santour con lui. Shajarian ha anche imparato la voce Radif di Abolhasan Saba da Payvar. Ha anche studiato sotto la guida del maestro Abdollah Davami, dal quale ha appreso molte delle prime canzoni persiane. Davami ha anche trasmesso a Shajarian la sua interpretazione del Radif. Mohammad Reza Shajarian ha insegnato a molti studenti nel campo del canto, alcuni dei quali sono: Iraj Bastami, Ali Jahandar,  Shahram Nazeri, Hesameddin Seraj , Muzaffar Shafei, Qasem Rafati,….

Nel marzo 2016, Shajarian ha rivelato di aver avuto un cancro ai reni negli ultimi quindici anni. È apparso con i capelli rasati nel suo video di congratulazioni di Nowrouz , pubblicato sul suo account YouTube. Bahram Beyzai ha composto una poesia dopo l’annuncio della malattia di Shajarian e lo ha descritto come un giorno triste nei giorni felici di Nowruz. Shajarian è stato trasferito in ospedale il 27 gennaio 2020 e ha subito un intervento chirurgico di successo. È stato dimesso dall’ospedale il 25 agosto, ma è stato nuovamente ricoverato il 5 ottobre. Shajarian è morto l’8 ottobre 2020 all’età di 80 anni nell’unità di terapia intensiva del Jam Hospital di Teheran. La causa della sua morte non è stata immediatamente resa pubblica. Il giorno seguente si è tenuta una cerimonia religiosa privata a Behesht-e Zahra a Teheran, prima che il suo corpo venisse trasferito a Mashhad . È stato sepolto presso la tomba di Ferdowsi a Tus, Mashhad, il 10 ottobre.

Il maestro Shajarian è stata la magnifica voce dell’Iran.

Mohammad-Reza Shajarian era inoltre un compositore e Ostad (master) di musica persiana. È stato chiamato a livello internazionale “ il più grande maestro dell’Iran di musica tradizionale persiana.”  Shajarian era anche noto per la sua abilità in calligrafia persiana, e per le attività umanitarie.

Lui ha inventato molti nuovi strumenti iraniani di musica classica.

 

Mohammad-Reza Shajarian – https://it.qaz.wiki/wiki/Mohammad-Reza_Shajarian

https://parstoday.com/it

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BRAND EXPERIENCE: IL PACKAGING PER L’E-COMMERCE

Il 2020 non è iniziato nel migliore dei modi.

 

Costretti a ridurre contatti e spostamenti, con gli accessi ai negozi contingentati, abbiamo iniziato a rivolgerci con rinnovato interesse ai vantaggi della consegna a domicilio e dell’e-commerce.

Un settore che Italia non aveva ancora raggiunto i livelli europei ma che, complice la situazione, ha avuto una ovvia e improvvisa impennata che non sembra destinata ad esaurirsi. Si parla di due milioni di nuovi consumatori online e si prevede un aumento del settore del 55%, a livello mondiale, entro il 2020.

 

In questo contesto è plausibile prevedere, per il prossimo futuro, una nuova e forte domanda di imballaggi, primary pack e packaging speciali per il trasporto.

Ma cosa significa realmente?

  1. La reazione delle aziende

 

Molte aziende – anche piccole, a volte piccolissime – hanno reagito prontamente mettendo on line in tempi record il loro e-shop, e questo perché oggi l’e-commerce non è solo un’opportunità tra tante, ma un elemento che sarà determinante per la loro stessa sopravvivenza.

E’ probabile, infatti, che la modalità di acquisto on-line conquisti velocemente sempre più terreno e si consolidi a tal punto da diventare la nuova consuetudine.

  1. Una nuova esperienza d’acquisto

Attorno all’e-commerce e ai suoi imballaggi è nato recentemente un curioso fenomeno chiamato unboxing.

L’unboxing è una pratica decisamente voyeristica, che ha già un nutrito seguito, e che consiste nel realizzare (e pubblicare) un video in cui si riprende l’atto di aprire un pacchetto comprato on line al fine di valutarne l’esperienza di acquisto.

La valutazione riguarderà l’oggetto, la qualità dell’imballo (intesa anche come materiale, smaltimento, usabilità), il design del packaging, eventuali omaggi, materiali promozionali o di comunicazione.

  1. Non c’è mai una seconda occasione

 

Sappiamo che è molto difficile rimediare a una prima cattiva impressione.

L’unboxing, e tutto ciò che lo presuppone, è quindi un aspetto che non può essere trascurato in vista di un’evoluzione del proprio e-commerce: dopo un acquisto on line conosciamo tutti la sensazione di trepidante attesa (ricordate l’urlo di Zalando?).

Abbiamo comprato sulla fiducia, ci siamo lasciati convincere da un sito ben fatto, abbiamo speso i nostri soldi con largo anticipo rispetto al momento in cui avremo il nostro oggetto tra le mani, ora non ci resta che aspettare, per avere la conferma che la nostra scelta è stata quella giusta.

Ma lasciare che tutto ciò si trasformi in delusione per l’arrivo di un imballo anonimo e senza stile, magari anche inadeguato – che ha permesso, sì, al nostro oggetto di arrivare a noi, ma magari in pessimo stato – è un fatale errore: una pessima esperienza d’acquisto quasi mai si ferma lì, ma può estendersi velocemente alla qualità del prodotto e del brand e ripercuotersi negativamente sugli acquisti futuri.

  1. I consumatori come ambasciatori

 

Le ricerche confermano che consumatori sono più disposti a raccomandare un brand o un prodotto, o a riacquistare, se è stata posta maggior attenzione nel confezionamento – con un packaging curato – e se hanno vissuto un’esperienza d’acquisto complessivamente piacevole.

Quando un pacco è ben concepito è facile che venga condiviso dal cliente attraverso i social e gli effetti vanno ben oltre il vantaggio della singola vendita: le opinioni online favoriscono la fidelizzazione e diffusione del brand in maniera più efficace rispetto ad altre più costose forme di comunicazione.

  1. Il ruolo dell’e-packaging

 

Un packaging esteticamente gradevole, aumenta il valore percepito del prodotto, aiuta a far sentire speciali i consumatori e li gratifica, perché hanno l’impressione di aver fatto la scelta migliore.

Una regola generale, ma che, per l’e-commerce vale ancora di più.

 

Nell’e-commerce, infatti, non c’è nessuno negozio fisico quale estensione del brand, non abbiamo commessi pronti ad assecondare le nostre necessità, consulenti a garanzia della qualità di ciò che stiamo comprando, non c’è traccia di quegli aspetti di comunicazione, visivi, tattili, olfattivi e sensoriali che abilmente ci conducono verso l’acquisto.

Sicchè l’esperienza d’acquisto on line, dal click fino allo smaltimento dell’imballo, deve essere studiata attentamente.

 

  1. Cosa ci racconta un e-packaging

 

Un packaging per la vendita on line può avere caratteristiche anche molto diverse rispetto a quello destinato alla vendita al dettaglio.

Il packaging per la vendita on line deve necessariamente prevedere un outer per il trasporto che, ovviamente, non può essere uno shopper.

Sono imballi che dovranno viaggiare, resistere alle intemperie, agli shock termici e ai corrieri meno delicati. Proprio per questo la scelta più frequente per un imballo ad alto degrado si orienta sul classico cartone avana, un prodotto economico, sufficientemente resistente, ecologico e versatile.

Tuttavia le aziende più avvedute non hanno rinunciato alla possibilità di personalizzare l’imballo, non solo in funzione del volume del contenuto (quindi forma e dimensione), ma andando a lavorare sulla riconoscibilità del brand.

Logo, payoff, colori, texture, illustrazioni non solo anticipano, già dalla portineria, ciò che stavamo aspettando con impazienza, ma una confezione personalizzata ci dice molto altro: un brand che ha investito risorse per progettare un imballo ci appare attenta al consumatore, affidabile e di maggior qualità rispetto a chi non lo fa.

In breve ci sta dicendo che abbiamo a che fare con un’azienda seria ed efficiente e che la soddisfazione del cliente non è solo uno slogan.

 

All’interno dell’outer troveremo, poi, primary pack, secondary pack e materiale informativo e promozionale di vario tipo; tutto materiale che dovrà “parlare la stessa lingua” essere quindi coordinato con l’immagine del brand, senza creare fraintendimenti di sorta.

 

  1. Creare un’esperienza positiva

 

Nell’ambito dell’e-commerce la parte estetica del packaging è stata trascurata per lungo tempo. Occuparsi di questo sembrava una finezza da brand di lusso, un dettaglio trascurabile nonché inutile.

Si continuava a vendere lo stesso.

Come logica conseguenza siamo stati sopraffatti da una quantità di pacchetti brutti e inadeguati e consumatori scontenti.

Realizzare un imballo vuol dire risolvere un problema pratico; progettare packaging per l’e-commerce significa mantenere le aspettative e convincere il cliente a tornare da noi.

Minimizzate i fastidi e rendete l’esperienza piacevole e il consumatore vi sarà riconoscente.

Sarà quindi bene porre qualche attenzione in più per creare packaging con aperture facilitate che evitino l’uso di attrezzi non sempre disponibili, con indicazioni chiare circa lo smaltimento dei vari materiali, di dimensioni adeguate (per non riempirlo di materiale inutilmente ingombrante) e adatto anche per il reso.

Amazon, per esempio, dispone di un Lab per testare e verificare la tenuta e l’idoneità degli imballi; un servizio che rende disponibile anche per i suoi sellers.

 

Molti consumatori, per esempio, si irritano se il cartone da imballo risulta troppo grande rispetto al contenuto, e questo perché poi saranno loro a doversi occupare del suo smaltimento.

Apprezzano invece imballaggi facili da chiudere (nel caso di restituzione), piegare o riciclare, senza troppi materiali diversi da dividere, con apertura agevolata grazie ad inviti o linee premarcate e perforate, oltre a imballaggi progettati per essere riutilizzati.

Come possiamo, quindi, progettare packaging belli e innovativi, che non contribuiscano al degrado ambientale, facili da aprire e che aiutino a semplificare la vita quotidiana delle persone?

Tutte buone domande da cui partire.

  1. Creare valore: il post vendita

 

Per creare valore con l’e-commerce c’è solo una strada: il post-vendita.

Il packaging è il primo oggetto fisico che il consumatore vede dopo un ordine online.

Come abbiamo detto, in questa modalità d’acquisto non c’è nessun negozio fisico, nessuna persona o atmosfera da ricordare.

Lo schermo diventa il nuovo scaffale del negozio, l’unico campo di interazione con i prodotti prima di un acquisto.

Va da sé che, non potendosi affidare al proprio tatto (e a tutti i sensi coinvolti nello shopping fisico), i consumatori si affidano invece a un’immagine, alla descrizione del prodotto e alle recensioni di altri consumatori.

Mai come in questo caso, quindi, il packaging costituisce una diretta e privilegiata estensione del marchio, sicché un packaging costutuisce un elemento importante per fidelizzare il cliente e impedire che torni alla concorrenza.

I consumatori si aspettano coerenza tra marchio, brand experience, prodotto e e-commerce: un packaging scadente equivale a un prodotto scadente e a servizio clienti scadente.

  1. Oltre l’imballo

 

Una volta aperto l’imballo ci troviamo a tu per tu con il nostro acquisto che nella stragrande maggioranza dei casi sarà dotato (si spera!) di un primary pack.

Potrebbe essere lo stesso pack che trovate nel negozio fisico, o un pack appositamente progettato per l’e-commerce.

Ma poichè le dinamiche psicologiche dell’acquisto on line differiscono da quelle che si sperimentano presso uno store, dove compri e porti a casa, è bene tenerne conto.

 

Sappiamo bene che lo shopping fa leva anche su aspetti emozionali e un acquisto on line – di qualsiasi natura – ha più il sapore di un regalo.

Sembra incredibile, ma l’attesa e la sorpresa, rende – ai nostri occhi – l’oggetto più prezioso e desiderabile, fosse anche un set di lampadine.

Se in un negozio fisico ci basta lo shopper e il sorriso del commesso, il pack per

l’e-commerce non solo deve proteggere il nostro acqusito, ma deve essere anche bello, ricco e coerente con il brand.

  1. Lo strano caso del delivery

Vorromo accennare al delivery, un servizio a domicilio che è stato utilizzato da molti ristoranti per non soccombere.

Si sono organizzati in tal modo anche locali stellati. Ottimo!

Tuttavia abbiamo notato che il packaging è ugualmente anonimo per tutti: ciò che va per la maggiore sono le vaschette in plastica trasparente da gastronomia.

Pochi i casi che hanno pensato a dare un’immagine più “appetitosa” anche all’involucro.

 

BRAND EXPERIENCE: IL PACKAGING PER L’E-COMMERCE

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Neuropackaging: le neuroscienze al servizio del packaging

Il neuropackaging si sta gradualmente affermando come uno dei settori più importanti di una nuova disciplina, il neurodesign, un termine che indica l’applicazione delle neuroscienze alla progettazione.

 In questo articolo, ne analizzeremo i fondamenti e le principali applicazioni pratiche, oltreché gli immancabili collegamenti col neuromarketing

L’importanza del packaging

Il tempo medio stimato per la scelta di un prodotto all’interno del negozio è inferiore agli 8 secondi (de Chernatony, & McDonald, 1992). Risulta quindi cruciale attrarre subito l’attenzione dei consumatori e comunicare la giusta immagine di brand e prodotto.

In questo senso, il packaging è la prima linea di comunicazione ed è quindi un fattore chiave della strategia di marketing. Anche caratteristiche apparentemente poco rilevanti possono influenzare la percezione dei consumatori, guidando il loro comportamento e le loro decisioni di acquisto (Becker et al., 2010).

Un packaging efficace consente di far emergere il prodotto anche all’interno di uno scaffale affollato, aumentando le probabilità che venga quanto meno preso in considerazione per l’acquisto, e favorisce la creazione delle aspettative sul prodotto stesso che guidano poi la scelta.

Per queste ragioni, la progettazione del packaging è un passaggio cruciale, che va affrontato con una profonda comprensione di ciò che si vuole comunicare e delle modalità migliori per farlo.

La (neuro)scienza dietro al packaging

L’asse portante del neuropackaging sono agli studi neuroscientifici e di psicologia comportamentale, che oggi ci fanno comprendere l’importanza di creare confezioni e imballaggi che risultino non solo “eye-catching”, ma che siano anche in grado di coinvolgere quanto più possibile anche altri sensi oltre alla vista. L’aspetto della multisensorialità consente di creare un legame e un coinvolgimento maggiore da parte del consumatore.

Per quanto concerne l’aspetto estetico, la ricerca scientifica ha dimostrato che packaging attrattivi attivano aree cerebrali connesse all’impulsività e alla ricompensa, quindi un packaging bello favorisce gli acquisti di impulso e conferisce una sensazione di appagamento (Hubert et al, 2013).

Il packaging crea aspettative riguardo il prodotto e di conseguenza influenza le intenzioni di acquisto. Ad esempio, è stato dimostrato che modificare il colore di un packaging modifica la percezione del profumo (Guéguen, 2003; Spence, 2007) e del gusto (Mai et al., 2016) del prodotto stesso e che la forma del packaging influenza intenzioni di acquisto (Raghubir, & Greenleaf, 2006; Yang & Raghubir, 2005).

I consumatori, ad esempio, sono disposti a pagare di più per un gelato in un contenitore cilindrico rispetto allo stesso gelato in un contenitore rettangolare (Cheskin, 1957).

Non è solo la dimensione estetica, ma anche quella tattile a rivestire un ruolo rilevante. Le caratteristiche tattili di un prodotto possono essere implicitamente associate al brand.

Ci sono infatti recettori delle sensazioni piacevoli sulla pelle che attivati elicitano specifiche sensazioni come la percezione di naturalezza di un prodotto (Löken et al., 2009; Olausson et al., 2008).

Inoltre, l’esperienza tattile crea aspettative sul prodotto che ne influenzano il gradimento (Schifferstein & Spence, 2008). Un esempio emblematico è il caso di Coca Cola, che reintroducendo la vecchia bottiglia con la marca in rilievo ha aumentato le vendite del 12% (Spence and Gallace, 2011).

Cos’è il neuropackaging

Quanto detto finora rende evidente come la percezione di un prodotto sia il risultato di tutte le sue diverse caratteristiche sensoriali. Il nostro cervello risponde a ciascuna di esse e soprattutto al loro insieme “gestaltico”.

Poiché questa risposta non è razionale e non è del tutto consapevole per i consumetori, per comprendere l’effetto del packaging e progettare soluzioni realmente efficaci è necessario utilizzare delle metodologie e tecnologie di neuromarketing che consentano di andare oltre la “superficie” e indagare la parte meno consapevole, più istintiva, emotiva e spontanea dei processi di scelta 

Dagli studi neuroscientifici applicati al packaging nasce il “neuropackaging”, disciplina che applica le conoscenze sul cervello e sui meccanismi della percezione umana alla progettazione e ottimizzazione dei packaging per ottenere una maggiore “connessione” con il consumatore. In particolare, tale disciplina studia come attraverso la confezione del prodotto è possibile stimolare l’impulso di acquisto attivando meccanismi inconsci e suscitando emozioni nei consumatori.

Il neuropackaging nella pratica

Il neuropackaging può agevolare la progettazione del packaging, consentendoci di scegliere le caratteristiche più idonee in base a come funziona il nostro sistema percettivo. Sappiamo ad esempio che il nostro cervello è programmato per riconoscere ciò che si distingue dal “pattern”, quindi è cruciale in uno scaffale affollato attirare l’attenzione innescando meccanismi bottom-up, basati sulle caratteristiche dello stimolo, quali colori diversi dallo standard di prodotto o forme particolari, creando stupore e curiosità.

Emblematico il caso della “Pammy”, la bottiglia della V.Cola lanciata nel 1994 per fare concorrenza a Coca Cola e Pepsi, dalle forme sinuose ispirate a Pamela Anderson, attrice molto famosa ai tempi del lancio del prodotto.

Sappiamo anche però che tale effetto novità deve essere studiato attentamente, soprattutto se si tratta di un brand noto, poiché la marca è un’ancora che dà sicurezza al consumatore e va riconosciuta immediatamente.

Per quanto riguarda la possibilità di guardare l’attenzione visiva sul packaging, sappiamo che esistono degli elementi in grado di attirare l’attenzione (quali i volti umani) e vi sono studi specifici che dimostrano come anche la forma e la superficie del packaging abbiano un ruolo nel direzionare lo sguardo dei consumatori.

Ad esempio, è stato rilevato come un formato quadrato e una trama increspata diffondano l’attenzione dal centro dell’immagine al resto del packaging (Piqueras-Fiszman et al.,2013). Il tipo di superficie può anche influenzare le aspettative sul gusto, che viene percepito più intenso se il cibo è contenuto in una confezione spigolosa rispetto ad una tondeggiante.

Un’altra informazione che deriva dagli studi neuroscientifici è che il nostro cervello è un risparmiatore di risorse cognitive, quindi è importante garantire semplicità, evitando un utilizzo eccessivo di font e colori diversi ed è utile prediligere l’utilizzo di immagini rispetto ai testi per trasmettere le informazioni.

Le neuroscienze ci parlano anche di “neuroni specchio”, che si attivano sia quando compiamo un’azione, sia quando vediamo gli altri farla. Trasporre questa conoscenza al packaging significa utilizzare immagini in cui le persone utilizzano il prodotto per stimolare il desiderio del prodotto stesso, portando il consumatore a immedesimarsi nell’azione.

Sempre in merito all’utilizzo delle immagini, è stato dimostrato che un’immagine gradita attiva aree legate alla percezione e alla ricompensa e che esiste un effetto “priming”, pertanto è importante scegliere immagini piacevoli e che evochino le proprietà del prodotto.

Inoltre, gli studi sul sistema visivo umano suggeriscono di posizionare le immagini a sinistra e i testi a destra, poiché vi è un’elaborazione controlaterale degli stimoli e l’emisfero destro è più adatto ad elaborare immagini, mentre quello sinistro è più adatto ad elaborare i testi.

Diversi studi hanno mostrato come le persone tendano ad apprezzare maggiormente forme tonde, poiché da una parte risultano più semplici da elaborare cognitivamente rispetto alle figure spigolose, dall’altra richiamano gli esseri viventi, caratterizzati da forme più tondeggianti rispetto agli oggetti inanimati.

Nell’evoluzione, il cervello umano si è adattato a riconoscere velocemente gli esseri viventi per garantirsi la sopravvivenza, essere in un gruppo garantiva infatti vantaggi nella caccia, nella difesa e aumentava le potenzialità del singolo.

Per quanto concerne il colore, le diverse tonalità creano aspettative differenti nel consumatore in merito alla freschezza del prodotto, alla sua naturalezza, alla qualità e, nel caso di alimenti, anche sul gusto (Esterl, 2011). Un packaging lucido trasmette freschezza, un colore dalla bassa saturazione è associato alla salubrità del prodotto, mentre un colore brillante e saturo rende il prodotto più attrattivo (Tijssen, 2017).

La ricerca scientifica ha dimostrato che gli indizi visivi sull’aspetto tattile del packaging attivano le aree deputate alla sensazione tattile, creando delle aspettative (Sun et al, 2016). Semplificando il concetto, è come se «sentissimo» la sensazione tattile prima di toccare davvero l’oggetto.

Inoltre, l’immaginazione tattile attiva aree del cervello legate a gratificazione e ricompensa (Rolls, 2010). Un recente studio di SenseCatch di neuromarketing e neurodesign delle etichette delle bottiglie ha confermato il ruolo dell’immaginazione tattile nelle scelte dei consumatori, rilevando anche un’importante interazione tra vista e tatto.

Lo studio ha infatti mostrato che il tatto ha un ruolo fondamentale, ad esempio una superficie cotonata ha portato a maneggiare più a lungo un prodotto aumentando il legame con l’oggetto e di conseguenza il desiderio (“endowment effect”).

Inoltre, l’aspetto estetico creava aspettative rispetto all’esperienza tattile e quando si verificava una scarsa corrispondenza tra le aspettative sulla sensazione tattile basata sugli indizi visivi del packaging e l’effettiva esperienza durante la manipolazione del prodotto, questo ne spostava notevolmente le preferenze e la valutazione.

I risultati hanno evidenziato come il packaging influenzi la scelta, la percezione del prodotto e del brand, la propensione a pagare un premium price e l’importanza di studiare in maniera coerente ogni dettaglio, dal colore alla tipologia del materiale, alle immagini e scritte, in modo da veicolare un’immagine efficace.

Limiti del neuropackaging e conclusioni

Le conoscenze che derivano dagli studi di neuromarketing consentono di avere delle linee guida per progettare il packaging basandosi sui processi percettivi automatici comuni alle persone. Ciò significa utilizzare i risultati delle ricerche scientifiche per scegliere correttamente forme, colori, immagini e texture per realizzare un packaging efficace nell’attirare l’attenzione del consumatore, differenziare il prodotto e persuadere all’acquisto.

Tuttavia, pur avendo dei meccanismi di funzionamento di base analoghi, come evidenziato nei paragrafi precedenti, le persone sono molto differenti tra loro e il contesto influenza la percezione del prodotto.

Applicare principi neuroscientifici significa progettare packaging tendenzialmente più “consumer-friendly”, ma l’applicazione in maniera standard di regole e linee guida non è funzionale e non garantisce il successo.

Alle conoscenze sul cervello umano va unita una fase di test e analisi per verificare che le scelte adottate siano efficaci per lo specifico prodotto, tenendo in considerazione la categoria merceologica, le caratteristiche, i valori del brand da trasmettere, il target specifico, i competitor e il contesto in cui il consumatore verrà in contatto con il prodotto, poiché tutte queste variabili influenzano l’esperienza, la percezione e le aspettative del cliente e di conseguenza le sue scelte.

Ad esempio, vi sono delle differenze culturali rilevanti nell’associazione tra colore e gusto legate all’esperienza: le persone provenienti da Taiwan associano il colore azzurro al sapore della menta, mentre per gli americani richiama il gusto di lampone (Shankar et al., 2010).

In fase di progettazione, sviluppo o restyling di un packaging, l’utilizzo di tecniche neuroscientifiche di analisi, oltre all’applicazione di principi di base, permette di comprenderne l’impatto sullo specifico target nel contesto di riferimento.

In conclusione, il neuropackaging può fornirci dei principi che sono d’aiuto ai designer per creare packaging capaci di attirare l’attenzione, “sedurre” la parte meno consapevole del nostro cervello lavorando poi sulla persuasione della parte più cognitiva, ma non esistono regole valide in ogni contesto e per tutti i prodotti e la dimensione di creatività e di test e analisi rimarranno sempre fondamentali per arrivare alla soluzione più efficace e performante.

Il BLOG del Neuro Copywriting

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Cucina iraniana

come si prepara il Dizi’ o l’Abgusht?

È sicuramente uno dei piatti iraniani più “impegnativi” ma anche più caratteristici. Si tratta di una zuppa di ceci e carne di montone da gustare con il pane nan.

L’abgusht (ab=acqua e gusht= carne) viene cotto in un brodo con l’aggiunta di cannella e cipolla rossa. Quando si termina il brodo, si versa quanto rimasto nella scodella.

Con una specie di arnese a base piatta si schiaccia quanto rimasto nel piatto e lo si mangia con i pezzetti di pane. Qualcuno aggiunge del limone per rendere il tutto meno pesante. Altri avvolgono la cipolla dolce in foglie di menta.

Ingredienti (per una porzione):

un pezzo di carne (150 gr) di montone ev. con osso

50 gr grasso di montone

50 gr ceci

1 patata

1 pomodoro

1 cipolla rossa dolce

pane piatto (barbari)

Ricetta:

I ceci vanno messi a mollo con parecchie ore di anticipo. Si cuoce la carne con acqua fredda e sale per 2 ore e mezzo. Durante la cottura bisogna togliere di  il grasso in eccesso. Si aggiungono i ceci, pomodori e patate.  A discrezione, curry giallo o cannella.  Si rimette il tutto sul fuoco per un’altra ora. Non leggero, ma buonissimo.

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Che cos’è il packaging? Introduzione e storia

Forme di packaging dall’ottocento sino ai giorni nostri

La storia del packaging ha a che fare con gli sviluppi dei materiali, le tecnologie di stampa e di confezionamento, l’evoluzione dei linguaggi e dei segni, il sistema produttivo e distributivo.

 

Il design della comunicazione permette di stabilire due fasi rilevanti nella storia del packaging:

 

La prima va dalla metà del 1800 fino alla metà del 1900 e affronta le diverse mansioni della confezione.

La seconda fase, dagli anni Cinquanta ad oggi, è contrassegnata dai beni di largo consumo e dai prodotti confezionati, in cui sono presenti le strategie di comunicazione e la ricerca di nuovi valori di servizio.

Nella seconda metà dell’Ottocento l’imballaggio iniziava a rappresentare un oggetto utile alla diffusione dei prodotti. Fu così che il packaging iniziò a delineare il proprio ruolo all’interno della comunicazione, proponendosi come un vero e proprio mezzo.

 

Contenuto, immagine e forma del contenente iniziarono ad avere un ruolo fondamentale nella seconda metà del XX secolo, diventando così uno strumento strategico per la pianificazione del prodotto.

Si inizierà quindi a dare spazio allo studio dell’immagine della confezione, la quale permetterà di conoscere il contenuto, di identificarlo tra prodotti simili e, talvolta, anche di privilegiare la scelta del prodotto stesso.

 

Una delle confezioni più rappresentative dell’Ottocento, la scatola di conserva, ne costruisce un esempio.

La confezione permise un importante sviluppo nell’industria alimentare, grazie alle qualità ideali per il contenimento e per la sua conservazione del prodotto. Della latta cilindrica ne è stato modificando solo la propria veste grafica, che si è adattata alle sensibilità e alle esigenze comunicative dei diversi periodi.

 

La scatola per le conserve venne perfezionata dal francese Nicolas Appert (1750-1841) alla fine del 1700 che ne documentò le caratteristiche ne “Le livre de tous les ménages, l’art de conserver pendant plusieurs années les substances animales et végétales”.

 

Uno degli esempi più interessanti in Italia di imballaggio funzionale fu quello di Francesco Cirio. La forma cilindrica è pratica per conservare, imballare e personalizzare.

 

L’etichetta fu tra i primi strumenti usati per marcare i prodotti e, quindi, per conferire ad essi una identità. Essa fu certamente un artefatto che ebbe un ruolo di fondamentale importanza nell’intero processo progettuale e creativo.

Se ne possono distinguere differenti tipologie: adesive, di carta “wrap-around”, in pellicola e termoretraibili.

 

Queste etichette sono adatte a volumi elevati e fatte principalmente di carta o plastica, al fine di creare una superficie continua con la grafica.

Negli ultimi anni dell’Ottocento sono da ricollegarsi una serie di invenzioni che determinarono un ulteriore sviluppo del settore e riguardarono soprattutto i materiali, ma anche i metodi di stampa.

Includiamo gli studi che hanno permesso lo sviluppo dei sacchetti di carta, le scatole in latta e tenuta d’aria per contenere il tabacco, l’invenzione delle macchine per incollare etichette e l’introduzione della confezione metallica con coperchio a scivolo con cerniera di fondo zigrinato sul quale potevano essere accesi i fiammiferi.

 

La cromolitografia consentì di sostituire l’etichetta sulla scatola con una grafica direttamente stampata sulla confezione.

 

Le nuove opportunità offerte da questo nuovo metodo di stampa allargarono le possibilità di intervento dei progettisti e influirono sulle scelte estetiche del periodo, coinvolgendo anche la creazione dei logotipi.

 

Il progetto di comunicazione si è comparato per molto tempo con forme diverse di narrazione del contenuto articolando, nel tempo, un repertorio fitto di storie che narrano il prodotto.

 

Nei primi anni del Novecento un nuovo prodotto come il dado per il brodo “Kub” fu esposto all’acquirente con una nuova confezione cubica di colore giallo e rosso, dall’immagine essenziale e attraente ma soprattutto caratterizzata da elementi grafici che costituivano l’immagine aziendale.

Gran Bretagna e Francia furono i paesi che condussero in Europa questi nuovi studi, fornendo modelli di riferimento.

 

Da essi si diffusero esempi di packaging in grado di imprimere il loro stile e di diffonderlo, così come testimoniano per esempio le relazioni e le comunicazioni che seguivano le diverse esposizioni, nazionali e irrazionali.

 

La modalità di rendere percepibile il contenuto è connessa a una componente funzionale, si sviluppa cioè a partire da un’esigenza di tipo pratico ed alla visibilità all’interno di ciò che non sarebbe possibile vedere e identificare, poiché celato da un contenitore opaco.

 

L’obiettivo è progettare un equilibrio tra oggetto sconosciuto, che sta all’interno dell’involucro, e mondo conosciuto, e di fare attraverso l’individuazione di segni l’immagine del contenuto, al fine di pregustarlo con le “papille” della mente.

 

Packaging per l’ambiente: l’eco-packaging

Se la nozione di inquinamento coinvolge il packaging è però all’impatto ambientale che viene presentata attenzione progettuale nella concezione di nuove soluzioni.

 

Per un prodotto potersi definire ecologico è oggi un requisito e un valore al quale tutti i prodotti dovrebbero tendere.

Il crescente interesse del consumatore e del produttore sull’ambiente, ha portato i designer a ripensare al packaging mirando a ridurre al minimo l’impatto ambientale e a garantire che le funzioni di protezione e di comunicazione rimangano inalterate. Scegliendo quindi supporti come carte e cartoncini riciclati, andando a sostituire la plastica.

 

Packaging design

Un imballaggio ha la capacità di proteggere il contenuto e di invogliare l’acquirente all’acquisto.

 

Il packaging svolge la funzione fondamentale di differenziarsi dai suoi competitors, attirando l’attenzione del consumatore grazie all’utilizzo di immagini e testi, comunicando messaggi che definiscono e valorizzano sia la marca che il prodotto.

 

La progettazione del packaging coinvolge molte discipline, tra cui il marketing mix. Esso è l’insieme delle attività che portano alla vendita del prodotto.

 

Le 4P

Prodotto;

Prezzo del prodotto;

Promozione si tratta di azioni promozionali e attività pubblicitarie;

Punto vendita è il luogo in cui il prodotto verrà distribuito.

Alcuni operatori di marketing parlano anche di una quinta “P”: Packaging.

Questo punto sintetizza i precedenti, unendo le caratteristiche del prodotto alla sua strategia di distribuzione e comunicazione.

 

Le 4C

Alcuni professionisti del settore ritengono che le 4P siano riduttive e che sia più appropriato sostituirle con le 4C elaborate da Robert F. Lauterborn, fondatore della comunicazione di marketing integrata rivolta al consumatore.

 

Il prodotto diventa  Customer needs and wants (bisogni e desideri del cliente);

Il prezzo diventa Cost (costo per il consumatore);

La promozione si trasforma in Cmmunication (comunicazione al cliente);

Il punto vendita diventa Convenience (convenienza per il cliente);

Tutto questo riflette una strategia di marketing più orientata al cliente e pienamente focalizzata sulle sue esigenze.

 

Branding e rebranding

Il branding ha un proprio ciclo di vita. Il packaging va riesaminato e trasformato per dare un nuovo impulso ai tratti distintivi del brand.

 

Se il target è meno interessato è necessario effettuare un rebranding del prodotto, adottando un approccio differente da quello assunto in precedenza, al fine di distinguersi dalla concorrenza.

 

Il rebrendering è fondamentale per rinnovare l’immagine e il concept del prodotto, per presentare in modo nuovo e competitivo il brand.

 

Il lancio di una nuova marca deve basarsi su specifiche valutazioni. Le strategie di comunicazione dovranno essere delineate sulla base del segmento di mercato scelto, in modo da indirizzarsi ai consumatori, quindi al target che ne fa parte.

 

Il brand packaging è progettato per comunicare contenuti che mirano ad attrarre direttamente i clienti appartenenti ad una tipologia precisa di target.

 

L’imballaggio è progettato per contenere un certo volume prestabilito di prodotto per far sì che non si alteri durante il trasporto e l’esposizione nel punto vendita.

La confezione deve facilitare la possibilità di maneggiare l’articolo, preservandone le qualità senza danneggiarlo.

 

Bisogna sottolineare che l’acquisto verrà determinato dall’esperienza emozionale che ha il consumatore. Il packaging, quindi, ha la capacità di attirare l’attenzione dei clienti, comunicare in maniera immediata i valori del brand ed invogliare all’acquisto.

 

Tipologie di materiali

La tecnologia rende ogni giorno più ampia la varietà di materiali con cui si può realizzare una confezione, inventando composti sempre più nuovi che forniscono un crescente assortimento di funzionalità.

 

La scelta del tipo di materiale influenza il peso complessivo del prodotto. Di qualunque materiale si tratti, la sua funzione primaria è contenere e proteggere il prodotto da fattori che lo possono influenzare, quali la luce, l’umidità, ecc, durante tutto il suo ciclo di vita e, in secondo luogo, deve contribuire alla promozione del brand.

 

Materiali flessibili

Si usano quando la leggerezza è più importante della necessità di proteggere il prodotto dagli urti. Per fornire protezione durante il trasporto i prodotti in packaging flessibile spesso vengono inseriti in un contenitore esterno aggiuntivo.

 

Si parla di barattoli di alluminio, pellicole, cartone e cartoncino, cartone in brick e di vari tipi di plastica.

Materiali rigidi

La funzione primaria è quella di fungere da barriera protettiva, in modo tale da non deformarsi se sottoposta a pressione. Si tratta di barattoli di acciaio, bottiglie di vetro e ceramiche.

 

Plastica

Materiale di confezionamento più diffuso, grazie alle sue capacità di assumere un’ampia varietà di conformazioni. Essa è leggera, robusta, poco costosa da lavorare, possiede molte caratteristiche positive, ma è anche particolarmente difficile da smaltire e da riciclare.

 

La plastica ingombra e si degrada molto lentamente, contaminando l’ambiente.

Metallo

Robusto e poco costoso, è ampiamente utilizzato nella confezione di cibi e bevande. L’acciaio è relativamente semplice da riciclare, mentre la sua produzione richiede quantità notevoli di energia.

 

La latta dei cibi in scatola, in realtà, è fatta di acciaio ricoperto di stagno, per impedire che si ossidi e arrugginisca.

 

Cartone in brick

Esso è leggero, robusto ed ermetico, perché composto da vari strati di plastica e da un foglio di alluminio, che lo rendono a tenuta stagna.

 

Si parla del Tetra Pak, ideale per trasportare liquidi come il latte o il succo. Difficile da riciclare, perché multistrato.

 

Cartone

Prodotto cartaceo robusto, dotato di grandi capacità di prestazioni, viene utilizzato per funzioni di confezionamento diverse.

 

Si presta al riciclo e al riuso sia come cartoncino leggero sia nella forma di cartone ondulato o scatoloni per l’imballaggio.

Vetro

Materiale ideale per gli alimenti liquidi, si può realizzare in forme diverse, ma è più pesante della plastica e la sua rottura può essere molto pericolosa. Esso è facilmente riciclabile.

Pellicola in materiale plastico

Nel packaging se ne usano di vari tipi. Si parla di pellicola autosigillante per proteggere i prodotti freschi nei loro contenitori, mentre di pellicola termoretraibile per proteggere da manomissioni.

 

Il fronte e il retro della confezione: quali informazioni inserire?

Nelle informazioni che il produttore comunica al cliente l’enfasi si è recentemente spostata dal retro al fronte della confezione, in risposta a un’audience sempre più esigente e consapevole dei temi legati alla salute.

 

Oggi il cibo che ricerca il target deve essere biologico, a basso contenuto di grassi, prodotto localmente o naturalmente al 100%.

 

Spesso sulla confezione la grafica è affiancata da informazioni che vengono inserite per rispondere a normative o per fornire dati generici utili.

 

Devono poi trovare posto per una serie di informazioni obbligatorie, come informazioni su pesi e misure, sul paese di origine e su caratteristiche nutrizionali e ingredienti. Molti simboli sono standardizzati a livello nazionale o internazionale, come quelli per la raccolta differenziata, i codici identificativi di riciclaggio e codici a barre.

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Webinar Turismo ed Economia

Webinar della Commissione del Tourismo della Camera di commercio Irano -Italiana con il titolo
“Turismo ed Economia”

Webinar della Commissione del Tourismo della Camera di commercio Irano -Italiana con il titolo “Turismo ed Economia organizzato dalla Commissione Turismo della Camera di commercio Irano –Italiana e’ stato tenuto in Novembre, 20th, 2020 con la presenza dell’Ambasciatore d’Iran in Italia, del Direttore di ICE, managers del turismo culturale e innovazione dell’UE, senior manager dell’industria turistica italiana e responsabili  e di vari rami dell’industria turistica iraniana.

All’inizio, il presidente della Camera di commercio Irano-Italiana, Cavaliere Pourfallah, ha ringraziato da tutti i relatori e gli ospiti per la partecipazione a questo webinar e ha espresso speranza  che con questa contemplazione e scambio di informazioni, le occasioni mancate nel campo del turismo possono essere ravvivate, anche nelle condizioni di sanzioni e Covid-19 e dopo la normalizzazione della situazione, possono essere create le infrastrutture necessarie per il funzionamento ottimale dei paesi.

Poi, Cavaliere Pourfallah ha invitato La Sua Eccellenza Dr. Bayat, Ambasciatore d’Iran in Italia, per il suo discorso di apertura.

ll Dr. Bayat, ringraziando della camera di commercio Irano- Italiana per aver tenuto questo webinar, ha menzionato l’industria del turismo come una delle questioni importanti e significative nello sviluppo culturale, sociale ed economico dei paesi.

L’ Ambasciatore d’Iran in Italia ha affermato che l’Iran con 33.000 siti di registrazione nazionale, 24 siti globali e più di un milione di siti storici, è uno dei primi 10 paesi al mondo nel campo delle destinazioni turistiche. Dr. Bayat ha definito l’Italia come primo partner commerciale dell’Iran nell’Unione Europea nel 2017 e nel 2018 e l’ ha considerato un segnale di interesse e potenziali opportunità per lo sviluppo delle relazioni commerciali bilaterali tra Iran e Italia. Ma Dr. Bayat ha citato le sanzioni contro le banche e le compagnie aeree e persino l’interruzione del rifornimento di carburante agli aerei iraniani negli aeroporti come ostacoli, che ha causato danni all’industria del turismo dei due paesi e alla fine ha sottolineato l’eliminazione di questi casi.

Il relatore successivo del programma è stato il Dr. Di Giacinto, Direttore dello Sviluppo Economico e Commerciale dell’Ambasciata Italiana in Iran (ICE), che ha partecipato a questo webinar a nome dell’Ambasciatore d’Italia a Teheran. Lui ha considerato la promozione dell’informazione, l’assistenza e la facilitazione dei rapporti tra le imprese italiane e iraniane come le parte dei compiti di questa istituzione ed ha annunciato una nuova strategia mirata allo sviluppo del patrimonio culturale, del turismo e dell’artigianato tra i due paesi il pieno sostegno del Ministero dei Beni Culturali, del Turismo e dell’Artigianato d’Iran.

Il direttore di ICE ha detto che è stato previstato , una delegazione di imprenditori iraniani e funzionari del patrimonio culturale fanno un viaggio in Italia ed ha espresso la speranza che questi eventi espandano ulteriormente le relazioni culturali tra i due paesi.

Alla fine, ringraziando della Camera di commercio Irano-Italiana, Dr. Di Giacinto ha espresso la speranza che la cooperazione tra i due paesi possa continuare e progredire.

A seguito della presentazione del discorso di Dr. Di Giacinto, Cavaliere Pourfallah, pur onorando la memoria del Dr. Alessandrello, l’ex Presidente (deceduto) della Camera di commercio Italo – Iraniana che e’ sempre stato considerato un vero amico d’Iran ed tutti gli iraniani, ha invitato Dr. D’Agata, il Segretario Generale della Camera di commercio Italo – Iraniana, a tenere il suo discorso.

Dr. D’Agata, il Segretario Generale della Camera di commercio Italo – Iraniana, soprattutto nel periodo post-Covid 19, lo considerava una questione importante su cui concentrarsi e ha detto che dovrebbe esserci più stabilità, digitalizzazione e flessibilità in questo settore in modo che eventi come Covid-19 non causino la completa distruzione di questo campo.

Ma la pandemia di Covid-19 ha esercitato molta pressione sull’industria del turismo e  questa industria deve ancora affrontare molte sfide. Dr. D’ Agata ha aggiunto che il turismo è stato un motore della crescita economica,  ed Iran e Italia, che hanno entrambe culture ricche, antiche e millenarie, possono trarne il vantaggio, perché se non si conosce la cultura e la tradizione di un paese, il lavoro in quel paese non può essere avviato. Tuttavia, il turismo deve essere rafforzato dopo Covid-19, ed i due paesi amici, Iran e Italia, possono lavorare insieme in settori come l’industria alberghiera, l’ospitalità e le industrie correlate. La relatrice successiva di questo webinar è stata la Sig.ra Shahabi, la Segretaria Generale della Camera di commercio Irano-Italiana, che apprezzando la presenza di tutti gli ospiti e relatori, Si riferisce alla situazione critica nei paesi causata da Corona- virus, ed ha considerato il settore del turismo come uno dei settori economici più vulnerabili al mondo, che ha subito perdite indescrivibili.

 

La  Segretaria Generale della camera di commercio Irano-Italiana, riferendosi alla recente buona notizia sulla scoperta del vaccino di Covid-19, che in futuro porterà alla relativa normalizzazione delle condizioni sociali ed economiche, in particolare del turismo, e all’apertura delle frontiere per la circolazione dei turisti, ha descritto la situazione post Corona come diversa dal passato e ha aggiunto: secondo gli esperti dell’UNWTO, nella situazione post-Corona, il turismo interno sarà più veloce del turismo straniero, e le normative rigorose e complesse che si applicavano agli aeroporti e ai confini saranno meno applicate.  Lei ha detto, le persone sono più interessate ai viaggi più economici, alle istituzioni più specializzate ed alloggi privati ​​e fuori dalla popolazione.

Per quanto riguarda i cambiamenti post-Corona, La Sig.ra Shahabi ha sottolineato il ruolo chiave le Camere di Commercio, in particolare la camera di Commercio Irano-Italiana, e ha detto: IICCIM è completamente predisposta per fornire agli interessati tutte le informazioni relative al turismo in Iran ed anche in Italia.

La Signora Shahabi ha informato della disponibilità della camera di commercio Irano- Italiana al fine di collegare tutte le aziende  tra loro, le parti interessate e i funzionari del turismo dei due paesi ed ha sottolineato il support della camera di commercio da start-up e aziende della conoscenza che operano nel campo del turismo creativo.

Alla fine, la Segretaria Generale della Camera di commercio Irano-Italiana ha invitato tutti coloro che non hanno viaggiato in Iran fino ad ora a visitare questo antico paese con la sua ricca cultura e la sua splendida natura come ospiti del popolo iraniano cordiale, ospitale e amante della pace.

La prima parte del webinar si è conclusa con un discorso della Signora Shahabi.

La seconda parte di questo webinar in cinque diversi incontri presieduto da Sig. Shirkavand, il Presidente della Commissione Turismo della Camera di commercio Irano-Italiana e gli sforzi dei membri di questa commissione, la Sig.ra Naghavi, la Sig.ra Ershadpour e il Sig. Akhavan, il Sig. Vartanousian, ed il Sig. Pezeshkian sono iniziati concentrandosi sulle seguenti questioni, con la presenza di esperti e manager nazionali e internazionali:

 

  • Primo Incontro: (Il Primo FACE TO FACE Webinar)

Argomento: Il posto del turismo nel programma di sviluppo economico

Gli Ospiti:

Dr. Antonio Barone

Direttore of Cultural Route of the Council of Europe

Dr. Ghasemi

Direttore dell’Ufficio Marketing e Pubblicità del Turismo di MCTH

 

  • Secondo Incontro (Il Primo webinar STAGE)

Argomento: il ruolo e l’impatto dell’industria del turismo culturale sull’occupazione nazionale e regionale

 

Gli Ospiti:

Dr. Elena Toselli

Promozione del Made in Italy presso il Ministero degli Affari Esteri italiano, Esperto in halal

Dr. Vincenzo Zappino

Direttore di Euro Target

Esperto in Sviluppo Culturale e Turistico e Politiche Urbane

Dr. Abdolmalaki

Presidente della Commissione Turismo dell’ICCIMA

Dr. Rafiee

Il presidente dell’Associazione per i viaggi aerei e i servizi turistici di IR

  • Terzo Incontro (Il Secondo Face to Face Webinar)

Argomento: L’impatto del turismo sulla crescita imprenditoriale diretta e indiretta

Gli Ospiti:

Dr. Mornacchi

Direttore commerciale del Touring Club

Dr. Pourfaraj

Direttore dell’Associazione Iraniana dei Tour Operator

 

  • Quarto Incontro (Il Secondo STAGE Webinar)

       Dr. Lipardi

Fondatore e Presidente di SPICI

Dr. Iadanza

Senior Consulente in progetti UE

       Mr. Ravandi

      Il Membro di IICCIM

      Mr. Iravani

      Il Membro di IICCIM

 

  • Quinto Incontro (Il Terzo STAGE Webinar)

Argomento: Come l’industria del turismo potrebbe essere sostenibile nelle attuali difficili condizioni  e Piano per l’era Post-covid19

Dr. Lattanzi

Direttore Generale del Touring Club Italiano

 

Dr. Zangrilli

FCIPS Chartered Professional

 

Sig.ra Naghavi

VP della Commissione Turismo dell’IICCIM

 

 

Sig. Alla Bedashti

Direttore del turismo e dei beni culturali del Consiglio supremo delle Free & Special Economic Zones

 

Al termine del webinar, Cavaliere Ahmad Pourfallah, il Presidente della Camera di commercio Irano-Italiana, ha ringraziato il Presidente ed i membri della Commissione Turismo e tutti i relatori, ospiti e colleghi della Camera di commercio Irano-Italiana ed anche tutti coloro che hanno seguito il programma su Internet e lo hanno guardato questo Webinar, ed ha espresso speranza che con l’aiuto del grande Paese d’Italia, possiamo utilizzare adeguatamente il tesoro trascurato del turismo e le sue varie branche, tra cui storico, la culturale, la natura, il salute e lo sport. E la questione del turismo va presa sul serio anche di fronte alle sanzioni e alla corona, e dovremmo credere nella utilità del turismo più di prima.

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La Ventinovesima Assemblea Generale Ordinaria Annuale della Camera di Commercio Irano Italiana (secondo turno online)

La Ventinovesima assemble generale ordinaria annuale si e’ svolto in sesto piano della camera di commercio, industrie, Miniere e agriculture d’Iran alle ore 14:00 precisa, secondo l’annuncio pubblicato a giornale “Etelaat”, con la presenza dell’ Ing. Shafei, “il Presidente di ICCIMA”, dell’Ing Pourfallah “il presidente della camera di commercio Irano–Italiana”, il consiglio di amministrazione della camera Irano-Italiana, della segretaria generale della camera di commercio Irano–Italiana per rivedere l’esecuzione della camera nel 2019-2020 e l’Offerta del bilancio proposta per l’anno 2020 – 2021, altri punti all’ordine del giorno.

La riunione è stata presieduta dal Vice Presidente della Camera, l’ing. Bahraman, a causa dell’arrivo in ritardo di Cavaliere Pourfallah.

All’inizio, la Segretaria Generale della Camera, accogliendo i membri, ha annunciato il programma e le istruzioni dell’incontro, e poi il presidente dell’assemblea ha letto il messaggio del presidente della Camera di commercio Irano-Italiana.  Il discorso di Cavaliere Pourfallah è il seguente:

“Saluti e stima per la presenza dei cari ospiti e onorevoli membri della Camera Iran-Italia che hanno partecipato all’Assemblea Generale di IICCIM attraverso il sistema online.

Un ringraziamento speciale all’ Ing. Shafei, il Presidente della Camera di commercio d’Iran che ha partecipato in questo programma.

A causa delle preoccupazioni circa la disconnessione del sistema di videoconferenza, la richiesta di presenza di Sua Eccellenza Dr. Perrone, l’ambasciatore Italiano a Teheran e di Sua Eccellenza Dr. Bayat, l’ambasciatore Iraniano a Roma, e di Dr. Dagata, il Segretario Generale della Camera di commercio Italo Iraniana  è stata respinta.

L’anno 1398 fu un altro anno di successo per la Camera di Commercio Irano-Italiana , nonostante la continuazione delle sanzioni , la fastidiosa epidemia di Covid-19,  e dei problemi nei rapporti economici tra Iran e Italia.

Senza dubbio, il sostegno e la cooperazione delle persone nominate nel rapporto che sara’ dedicata dalla Segretaria Generale della Camera Irano- Italiana sono stati fattori molto efficaci e decisivi per il raggiungimento di questi relativi successi.

Si spera che con la saggezza dei decisori, l’ombra minacciosa delle sanzioni venga rimossa dal nostro paese e con la corretta gestione del governo e il sostegno e la simpatia della gente, Corona virus sarà scomparsa dal nostro paese ed da tutto il mondo affinche  le condizioni della vita e del lavoro siano normalizzate in modo da poter nuovamente ottenere record più elevati in termini di qualità della vita e parametri economici.

Prima di tutto, mi scuso per eventuali problemi che possono verificarsi nel processo di comunicazione a causa di un problema del sistema Internet.

 

“I colleghi e gli amici coinvolti hanno cercato di evitare il più possibile qualsiasi problema nel processo di implementazione online di questo forum, ma ovviamente non tutto è sotto il controllo di nostro team dei colleghi, grazie”.

Dopo aver letto il messaggio del presidente della camera di commercio Irano- Italiana, L’Ing. Bahraman, riferendosi alle attività della camera nell’ultimo anno, ha affermato che a causa della diffusione del coronavirus, l’assemblea generale della Camera di commercio Irano-Italiana si terrà online.

Dopo la fine dell rapporto sulla performance della Signora Shahabi e l’arrivo del signor Pourfallah all’assemblea, L’ing. Shafei ha tenuto un discorso e ha ringraziato gli sforzi costruttivi della Presidenza e del Consiglio d’amministrazione della Camera di commercio Irano-Italiana e ha detto:

La Camera di commercio Irano-Italiana è una della piu onorevole Camera tra le altre camera comune, e questa Camera ha una personalità molto diverse in termini dei membri e il consiglio di amministrazione, oltre che in termini di reciprocità, perché la posizione d’Italia in questi anni è stata indipendente dagli altri paesi europei e ha prestato maggiore attenzione ai rapporti bilaterali tra Iran e Italia.

Il presidente della camera di commercio d’Iran ha apprezzato le azioni della Camera di commercio Irano-Italiana per rafforzare le relazioni tra i due Paesi, nonostante le pressioni delle sanzioni e la diffusione del Coronavirus nel mondo.

L’Ing.  Shafei ha sottolineato che le attività internazionali delle Camere di commercio sono state gravemente colpite dalle sanzioni e Covid-19, tuttavia, i membri della Camera di commercio Irano-Italiana hanno potuto continuare le loro azioni e sono diventati un modello in questo senso. L’ing. Shafei ha ringraziato tutti i membri e il consiglio di IICCIM e ha augurato più successo alla Camera di commercio  Irano-Italiana.

Poi, Cavaliere Ahmad Pourfallah, scusando per il ritardo nella partecipazione a questa riunione e ringraziando i membri, il Consiglio d’Amministrazione, ed l’Ing. Shafei e tutti i suoi dirigenti subordinati in vari dipartimenti, ha nuovamente ha espresso il suo ringrazo dal Sig. Shafei per la sua continua presenza alle riunioni di questa camera.

Il presidente della camera di commercio Irano-Italiana ha spiegato che a causa dell’incertezza sulla linea d’Internet l’invito dell’Ambasciatore d’Italia in Iran, dell’Ambasciatore d’Iran in Italia e del Segretario generale della Camera di commercio Italo-Iraniana a Roma è stato rifiutato.

Cavaliere Pourfallah ha inoltre sottolineato che nonostante l’interruzione del processo di visto e dei problemi economici che hanno portato a una diminuzione delle nuove domande di iscrizione, grazie alla lungimiranza della Segretaria generale della Camera di commercio Irano-Italiana e del team dei colleghi, abbiamo passato quest’anno senza i problemi finanziari.

In seguito, la presentazione del bilancio e dei rendiconti finanziari per l’anno 2019 -2020 e’ stato presentato dall’ Ing. Baradaran, il tesoriere ed il membro del Consiglio d’ amministrazione e poi il rapporto dell’ispettore (il signor Vakili) a causa della mancanza di connessione d’ Internet e’ stato letto da parte della Signora Goosheh, il  membro del Consiglio d’ amministrazione.

In questa riunione, dopo la votazione online, il Sig. Hossein Vakili è stato eletto come ispettore principale e legale e il Sig. Reza Nouri è stato eletto come Ispettore secondario.

 

Inoltre, il Test Auditing Institute sotto la direzione del Sig. Keshani è stato nominato come revisore legale della camera di commercio Irano-Italiana ed  Etelaat giornale con alta publicazione per pubblicare gli annunci ufficiali e’ stato eletto.